Spartacus, la serieTV – recensione
Ho iniziato questa serie per puro caso. Giravo alla disperata ricerca di un regalo per mio padre, super fan dei film storici in costume. Trovo sullo scaffale la prima stagione di una serie tutta dedicata al condottiero trace e che faccio, non gliela prendo???
Sulle prime, imbarazzo totale. Ritrovarsi a guardare scene di violenza e sesso spinto seduta accanto a papà è stata un’esperienza mistica. Poi però la trama va avanti e conquista.
L’impero romano è, storicamente parlando, già epico di suo…ma Steven S.DeKnight riesce ad esaltarne ogni aspetto e renderlo action.
Il mix di filone storico, sessualità, continui impicci politici e omaccioni palestrati in mutande sempre pronti a darsele di santa ragione…è perfettamente riuscito. E poi c’è Lucy Lawless, la grande Xena, nel ruolo di uno dei personaggi più belli della serie!
A sentimento, la stagione di Spartacus che ho amato di più è la prima: Sangue e sabbia, anche se alla fine di tutto, risulta la più grezza e sperimentale. Dalle successive, tutto sembra un po’ ammorbidirsi.
La stagione successiva, Gli dei dell’arena, non è altro che un prequel di 6 episodi, creato per introdurre nuovi personaggi e nuove dinamiche tra quelli che conoscevamo già.
La seconda stagione (tecnicamente la terza) ispira un sacco solo per il nome: La Vendetta. Gli schiavi ormai in fuga iniziano loro ribellione e…niente, tutto viene smorzato alle prime sequenze, quando Spartacus…non è più Spartacus!
Poverino, Andy Whitfield è morto per una malattia fulminante e Liam McIntyre subentra al suo posto. E’ belloccio, ma non regge il confronto con Andy (resto convinta che, se non fosse stato stroncato così presto, ad oggi avrebbe fatto molto parlare di sé)
Personalmente, sono del parere che la scena gli viene rubata a mani basse da Manu Bennet (lo amo tuttora per la sua interpretazione di Deathstroke nella serieTV Arrow) qui nel ruolo dell’indomito gallo Crisso.
Dopo una serie di sanguinolenti scontri ed intrallazzi amorosi, arriviamo alla conclusione della storia, con la stagione finale La guerra dei dannati.
Un nome banale che non rende giustizia a degli episodi comunque avvincenti e dal finale strappalacrime, almeno per me che sono un’inguaribile romanticona con la fissa per l’epicità.
Se non dovesse toccarvi il finalone, potrebbe invece farlo la clip finale in omaggio a Whitfield , dove lo ritroviamo vivo e coinvolgente per il tempo del suo inimitabile grido” IO SONO…SPARTACUS!”
Spartacus: La guerra dei dannati